E' andata.
La prima edizione del MOVIETHON è andata decisamente in porto.
E di sicuro questo esperimento verrà ripetuto altre volte, perchè è del tutto esilarante. E considerato che tra una proiezione e l'altra ci sta tranquillamente anche una comoda pipì in bagno e una capatina al bar del multisala, a questo punto mi chiedo: cosa c'è di meglio nella vita?
Abbiamo visto 3 film in 8 ore. Stupendo.
Inizio a recensire l'ultimo film visto della serata, nonchè il meno convincente.
TI ODIO, TI LASCIO, TI..

Il problema fondamentale è che vogliono a tutti i costi vendere questo film come fosse una divertente commedia spensierata. Evidentemente i distributori nazionali ritengono il pubblico italiano piuttosto stupido e superficiale, capace unicamente di ridere, e non di pensare. Ecco quindi un bel trailer scanzonato, musichetta allegrotta e scoppiettante, e un "delizioso" titolo da film rosa anni '50 che neanche Doris Day e Rock Hudson (non volevo bestemmiare, oh mie divinita del chickflick).
La verità è che The Break Up non fa ridere.
Non è un film che ti lascia contento e soddisfatto, non è, incredibile dirlo, un film felice.
La storia, una storia triste. Come triste è la fine di un amore, come triste sono quelle circostanze che ci fanno capire che lui/lei non è più la persona che avevamo conosciuto, e amato.
Un film malinconico, soffocato da un vago sentore di fatalità, di destino. E anche di noia.
Pur essendo innervato da una grazia e una leggerezza non trascurabile ed effettivamente significativa, il film però gira completamente a vuoto per tutti i suoi 90 minuti. Parte dal nulla, naviga nel niente, conduce all'inutile. La definizione di brutto film è eccessiva, proprio in virtù di questi suoi difetti: non esagera, non provoca, non osa. Un peccato se consideriamo che alla regia è seduto uno dei più promettenti autori di commedie degli ultimi tempi, quel Peyton Reed che ci ha dato piccoli gioelli come Ragazze nel Pallone (non sto scherzando, questo film è incredibile e divertentissimo) e Abbasso l'Amore. Un passo falso insomma, anche se ad onor del vero non completamente tragico. La dinamica di coppia è trattata con una certa attenzione, la sceneggiatura è a tratti intelligente e spigliata (anche se alla lunga il film risulta fin troppo verboso e prolisso), e, come dicevo prima, non manca quella leggerezza di tocco e quella gradevolezza malinconica generale, dote sempre più rara in una commedia.
I protagonisti. Jennifer Aniston è la colonna del film: se tutto cade a pezzi, la sua presenta illumina letteralmente dal di dentro la pellicola. Oltre che dotata di una bellezza così concreta e carnale da togliere il fiato (al contrario di Angelina Jolie ad esempio, che ha una bellezza siderale, intoccabile, irreale), la Aniston dimostra davvero quello che vale come attrice, e tuttora mi chiedo per quale motivo non sia ancora una superstar cinematografica mondiale: questa donna non solo è una strepitosa commediante, ma ha un fuoco, una vita dentro di innegabile potenza. Lo stesso non si può dire per Vince Vaughn, che non convince fino in fondo ed è di una bruttezza rara (ok, questo dettaglio ha un valore puramente estetico che non ha valore ai sensi del giudizio del film). Partita completamente persa invece per il gruppo dei comprimari: il più grande spreco di attori che io abbia mai visto, almeno recentemente. Ed è un gran peccato non aver dato un ruolo maggiore agli "attori satellite" della coppia: uno spazio più significativo ai comprimari avrebbe sicuramente rinvigorito di più il "duello" tra protagonisti (che alla lunga, restando sempre in scena iniziano a stufare e a perdere forza).
Il film insomma non è brutto, ma è semplicemente stanco, insipido, terribilmente concentrato sui due attori principali (il film è chiaramente un veicolo per Jennifer Aniston). Rispecchiarsi nei due personaggi principali non è difficile, una storia, quella raccontata, che assomiglia a centinaia di migliaia di storie quotidiane. Eppure, soffocato da quest'alito di dolore e malinconia la risata non scoppia mai catartica, ed unito ad un finale ipocrita e falso, The Break Up ti lascia con una grande amarezza dentro.
VOTO: C-
A domani con la recensione di PROFUMO - STORIA DI UN ASSASSINO.
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