Spider-man 3

Eccoci qui.
Una premessa fondamentale: se ancora non avete visto Spiderman 3 (e avete intenzione di andare a vederlo) non leggete oltre. Attenzione: questa recensione è piena di spoiler, rivelazioni, commenti e considerazioni.
Per tutti gli altri, temerari e non, accomodatevi.
Spiderman 3 è un film mediocre, e profondamente difettoso.
Chiunque abbia amato visceralmente il secondo episodio della saga dell'Uomo Ragno (per quanto mi riguarda Spiderman 2 è tout court il miglior film del 2004) rimarrà chiaramente deluso da questo terzo episodio. C'è poco da fare, è inutile scivolare in fastidiosi giri di parole: Sam Raimi ha completamente perso il suo tocco. Molto più simile nella struttura e nel ritmo ad un Pirati dei Caraibi o ad un XMen, questo episodio abbandona inspiegabilmente la patina pop che l'aveva fatto diventare celebre e amatissimo. La New York plastificata e coloratissima, commerciale, gotica e luminosa dei primi due episodi abbandona questa magia fuori dal tempo per trasformarsi in una metropoli reale, sporca, quasi più simile a Gotham City che alla città del nostro eroe. Ed è un errore clamoroso, perchè in questo modo si perde la vera cifra stilistica del fumetto Marvel. Questo abbandono della dimensione fumettosa in cambio di un contesto più reale e "vicino al nostro" è solo però uno dei grandi difetti del film (forse il più evidente fin dall'inizio), che appare senza dubbio come il minore della trilogia, a cui anzi,
sembra quasi non appartenervi per stile e feeling del tutto diversi. Altro grave problema di questa pellicola è tutto il sistema dei personaggi secondari: troppi e troppo male utilizzati (stesso problema di XMen 3, peratro), a cominciare soprattutto dalla spinosa questione dei villains, dei cattivi. Come si dice sempre, grande banalità, ma anche grande verità, un buon cattivo da al film il suo 70% di potenziale. In questo caso, rispetto a Green Goblin del primo, ma soprattutto allo straordinario Doc Ock del secondo episodio, i villains scelti sono di una piattezza e di una stupidità disarmante. E poi 3 cattivi sono veramente troppi per un singolo episodio. L'uomo Sabbia/Flint Marko ha praticamente zero carisma e nessuna motivazione per compiere quello che fa: sta scappando dalla polizia, ok..ma allora che senso ha fare danni, provocare tempeste di sabbia e fare tutto sto cinema per New York? Piglia e vai, idiota! Oltretutto il volto monoespressivo di Thomas Haden Church (che io ho amato in Sideways) non aiuta. Anche Venom, che aveva il potenziale per essere da solo il grande villain di questo film, è praticamente sprecato in qualche sequenza finale, una vergogna per un personaggio così amato. Il terzo cattivo, che poi avrà modo di redimersi (anche in questo caso il passaggio da vendetta a redenzione non è ben chiaro..) è Harry Osbourne, l'amico fraterno di Peter
Parker, nonchè figlio del Green Goblin. Un bel personaggio, un bel background, un bel triangolo amoroso che viene buttato alle ortiche a causa di scelte di sceneggiatura terribili che non rendono giustizia al lavoro fatto nei precedenti episodi. Gli altri personaggi di contorno sono macchiette (tranne forse il sempre brillante JK Simmons il cui JJ direttore del Daily Bugle è uno dei personaggi migliori della serie, per quanto limitato sia il suo spazio), a cominciare, forse più di ogni altro, dalla Gwen Stacy di Bryce Dallas Howard, che non ha assolutamente senso, è solo una molla per l'azione, del tutto intercambiabile con qualunque altro personaggio, piatta, irritante.


Oltre al sistema dei personaggi, ad essere fallace è anche la storia d'amore, che in Spiderman 3 assume i connotati (e la profondità) di una telenovela argentina. Di certo non aiutata da una sceneggiatura a tratti imbarazzante (questo film è stato sceneggiato dallo stesso Raimi, invece che dal fidato David Koepp, vero mago dei dialoghi), la love story tra Mary Jane e Peter Parker è scialba, infantile, rovinata da meccanismi pesanti e risaputi. Certo, l'originalità non deve essere la chiave di volta, anche perchè un fumetto poggia le sue fondamenta su situazioni archetipiche, riconoscibili, iconiche nella loro primitività, ma in questa pellicola la semplicità diventa idiozia. E ci vuole tutto lo spirito naif di questo mondo per riuscire a digerire certi momenti e certe battute.
Tobey Maguire ha perso il tocco (e il fisico), e rispetto a precedenti episodi non ha lo stesso smalto, e anche la regia di Raimi sembra banale, scontata, senza inventiva, senza stile. Come già detto, la sceneggiatura (vero punto di forza del secondo episodio) in questo film manca di spessore e grinta ed energia. Infine, ma non ultimo problema, non c'è ritmo: le sequenze d'azione non hanno nulla di nuovo (a parte forse il primo inseguimento tra Spiderman e Harry/Green Goblin Jr, effettivamente stupendo) e sono pochissime rispetto alle 2 ore e mezza di film, e poi, cosa altrettanto grave, manca il climax finale. L'ultimo scontro è risibile, noioso, e la sconfitta dei cattivi, terribile.
E poi c'è troppo CGI, troppi effetti speciali che stancano e non stupiscono.
Insomma, si fa davvero fatica a trovare qualcosa di buono di cui parlare: anche musica ed effetti speciali hanno poco di esaltante da dirci, e giusto Kirsten Dunst porta a casa qualche merito. Spider-man 3 è un film schizofrenico, che vuole dire troppo, vuole dire tutto, vuole aggiungere e aggiungere, e non si ricorda invece che la forza sta nella sottrazione, nella semplicità, nell'eleganza. Questo terzo episodio è un'orgia di effetti speciali, di pseudo vaccate che piacciono tanto agli americani, soffre di un eccesso di eccessività, di bulimia espressiva, dove tutto viene fagocitato e ci viene vomitato in faccia senza ritegno. Non posso definirlo un brutto film, perchè si lascia vedere, strappa qualche sorriso, e alcuni momenti possono lasciare il segno (da rivedere però in lingua originale, perchè il doppiaggio spezza l'illusione e rende ridicole molte parti del film..). Il problema però è proprio questo: che non travolge, non ti spazza via come invece gli altri due episodi hanno fatto: lo vedi, lo apprezzi più o meno e quando si riaccendono le luci tutto finisce, e a casa, non te ne porti neanche un pezzettino nel cuore.
Un vero peccato, perchè per me quando ciò non accade, non è cinema. E soprattutto, non è arte.
C
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